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Idranti Antincendio

Gli idranti antincendio sono attrezzature che utilizzano l’acqua per lo spegnimento degli incendi, per questo motivo devono essere impiegati solo ed esclusivamente per i fuochi di classe A (materiali solidi). L’idrante deve essere posizionato in luoghi accessibili, senza ostacoli che ne rendano difficoltoso l’impiego, e corrispondere alle caratteristiche previste dalla normativa.

Idranti Antincendio: impianto idrico e alimentazione

Un impianto a idranti consiste in una tubazione ad anello con delle bocchette, un gruppo attacco per i pompieri e un gruppo di pompe fornito di una riserva idrica. L’alimentazione della rete di idranti deve rispettare le caratteristiche di sicurezza ed affidabilità dell’impianto. Dell’impianto fa parte anche l’attacco motopompa per i pompieri che permette di immettere acqua nel sistema qualora l’impianto principale non funzionasse. la pressione idrica massima è di 12 bar.

Tipologie di Idranti

Gli idranti sono classificati in tre diverse tipologie: idranti a muro, idrante a colonna soprasuolo e idrante sottosuolo.

Idranti a Muro e Naspi

Gli idranti a muro vengono comunemente chiamati ”cassette antincendio” poiché fanno parte dell’attrezzatura antincendio utilizzata negli spazi interni come le cassette che li contengono, assieme a tubazioni, raccordi, rubinetti e lance. L’idrante a muro dev’essere collocato in ogni piano dell’edificio e collegato alla valvola di intercettazione per il collegamento alla rete idrica.
La cassetta può essere murata o sporgente, la tubazione (o manichetta) al suo interno ha un diametro di 45 millimetri, per questo viene anche chiamata cassetta idrante UNI 45.
Fanno parte della categoria degli idranti a muro anche i naspi, cassette con tubazioni semirigide da 20 o 25 mm che sono dotate a loro volta da lancia e rubinetto fissi e avvolgitubo orientabile: per questo motivo sono più facili da usare, ma più ingombranti e con una gittata idrica minore rispetto alle manichette. Sia negli idranti che nei Naspi le lance consentono di modificare la potenza del getto e sospendere la fornitura d’acqua. Gli idranti a muro devono essere conformi alla norma UNI EN 671-2 i naspi rispondono invece alla norma UNI EN 671-1.
Idranti a muro e naspi fanno parte della categoria di reti di idranti ordinarie interne, perché vengono utilizzati in caso di distanza ravvicinata da un fuoco che si trova in un edificio.

Idranti sottosuolo

Gli idranti sottosuolo, sono interrati e costituiti da un corpo in ghisa solitamente protetto da un pozzetto o un chiusino, apribile e ispezionabile, di cemento o ghisa, sul quale ne viene indicata la presenza (segnalato con la dicitura “idrante”).
Sul pozzetto posto a protezione dell’idrante è posizionata la bocca d’uscita per il rifornimento di acqua; inoltre l’idrante è composto da uno scarico antigelo, una flangia di congiunzione all’impianto di distribuzione e da un attacco per collegare manichette e lancia al cosiddetto “collo di cigno”.
L’azionamento dell’idrante sottosuolo avviene manualmente tramite l’impiego di apposita apparecchiatura e nello specifico di una chiave che apre e chiude la valvola di intercettazione. Avendo una sola bocca di uscita, l’idrante interrato ha una portata idrica inferiore rispetto agli idranti soprasuolo, poiché non consente l’utilizzo di più manichette contemporaneamente. La normativa di riferimento è la UNI EN 14229.

Idranti a colonna o “soprasuolo”

Raccomandati per l’utilizzo all’esterno degli edifici, gli idranti a colonna, o soprassuolo, sono riconoscibili grazie alla forma cilindrica ed al caratteristico colore rosso; li vediamo nei parcheggi, nelle aree industriali, all’esterno dei fabbricati.
Gli idranti a colonna sono composti di una parte interrata verniciata con catramina di colore nero, realizzati in ghisa, con scarico antigelo, flangia di congiunzione all’impianto di distribuzione.
Il cosiddetto “cappellotto” è il dispositivo esterno di forma pentagonale che apre e chiude la valvola di intercettazione mediante una “chiave di manovra”.
Inoltre sono presenti due sbocchi per il collegamento delle manichette. Gli idranti soprasuolo vengono solitamente collocati a una distanza tra 5 e 10 metri dal perimetro dello stabile, in base alla sua altezza, e a una distanza massima tra loro di 60 metri. Tra gli idranti a colonna distinguiamo due tipologie:
- di tipo A, senza linea di rottura
- di tipo C, con linea di rottura prestabilita.
Il primo tipo è solitamente utilizzato nel caso in zona non ci sia il rischio di essere urtato accidentalmente da un veicolo; il secondo, viceversa, quando il rischio è elevato, ad esempio trovandosi sul ciglio della strada. In questo caso, la parte soprasuolo e quella sottosuolo dell’idrante rimangono separate ed il sistema di rottura fa sì che l’idrante resti chiuso anche in seguito al danneggiamento o rovesciamento della parte soprasuolo.
Gli idranti a colonna soprasuolo devono essere conformi alla UNI 9485. Gli idranti antincendio soprasuolo e sottosuolo situati all’esterno degli edifici fanno parte di due tipologie di reti da cui è possibile attingere per contrastare le fiamme esterne o qualora l’incendio si fosse unicamente sviluppato esternamente:
- reti di idranti ordinarie esterne: nelle vicinanze dell’edificio, ad un massimo di 10 mt.;
- reti di idranti all’aperto: il posizionamento rispetto all’edificio può risultare più lontano.

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